Spinoza all’Indice
L’indice dei libri da proibire alla lettura, questo elenco che la Chiesa Cattolica in passato compilava, accanendosi contro Autori e testi letterari o scientifico-filosofici e spesso inneggiava alla loro distruzione in pubbliche piazze, era un’usanza che permetteva loro di rimanere in possesso del sapere e della verità. Il genio libero dei pensatori continuava però a produrre e a scrivere d oggi, nel XXI secolo, sembra impensabile una cosa del genere ma, se riflettiamo quanto ultimamente un semplice libro come il Codice da Vinci di Dan Brown, un romanzo e nient’altro, possa aver provocato nell’animo delle gerarchie ecclesiastiche la preoccupazione che ci fossero voci che dissentivano dall’ortodossia cattolica di fine Millennio, non dovremmo stupirci se c’è ancora qualcuno che invita non solo a non comprarlo ma addirittura a non andare a vedere il (discutibile) film come adattamento al romanzo stesso. Nel Seicento tuttavia e fino addirittura al Novecento (usando qui una nuova parola: censura) questo elenco è andato non solo modificandosi ma aumentando ovviamente. Le opere di Spinoza furono immediatamente, ancor prima della morte del Filosofo, “messe all’indice” a partire dalla pubblicazione, seppur anonima del Tractatus Teologico-Politicus. L’Opera Posthuma poi fu messa tutta insieme all’indice poiché conteneva l’Ethica, ancor più potente filosoficamente e ancor più pericolosa. Su Internet è presente, nella sezione di Google Libri, un Index librorum prohibitorum, redatto sotto il pontificato di Pio VI nell’anno 1786. Se si digita nel campo ricerca la parola “Spinoza” appare anche, come riferimento alla pagina 177 di questo elenco, l’anno 1679 come primo decreto di proibizione (Spinoza lo ricordiamo, morì nel 1677), dunque a solo due anni dalla morte del Filosofo, ripreso poi nel 1790. E’ interessante provare a digitare anche altri Autori, ad esempio Galileo.
Trackback from your site.