Recensione: l’“Homo liber” di Andrea Sangiacomo
Non passa anno che la bibliografia spinoziana non si arricchisca di studi, libri e nuove edizioni pronte a consegnare di nuovo nel presente la ricchezza del pensiero di Spinoza. Se da un lato questo ci pare il segno di una forte vivacità e gremito interesse nei confronti del filosofo olandese, dall’altra si corre sempre di più il rischio, da parte di chi si inoltra in tale avventura, di ripetersi e non aggiungere nulla di costruttivo all’ormai immensa bibliografia spinoziana. Esistono invece libri di cui vale la pena di parlare. Uno di questi è Homo liber. Verso una morale spinoziana di Andrea Sangiacomo, un giovane studioso italiano che riesce a riconsegnarci Spinoza in tutta la sua pienezza. Dal titolo possiamo già intuire che il protagonista del libro è l’uomo e la sua libertà, ricordandoci che Spinoza non è tanto il filosofo della necessità quanto più correttamente quello della libertà. Attraverso quattro capitoli essenziali, Sangiacomo ci guida nella via che conduce all’uomo libero. Traguardo quindi e non partenza è la condizione della libertà, questo l’autore ce lo ricorda di continuo. Traguardo che non è mai davvero tale, in quanto il mondo delle passioni è ciò in cui l’uomo è calato e dal quale non può mai completamente liberarsi. Ciononostante possiamo, innanzitutto con l’uso della ragione «acquisire l’abito della virtù», agire ed essere liberi e non patire ed essere determinati, o meglio ancora: essere determinati dal nostro agire. E qui Sangiacomo non esita: «Si può appunto agire secondo ragione, giacché la ragione non rappresenta un dominio estraneo alla nostra esistenza, ma quell’insieme di nozioni comuni […] che ci è possibile conoscere in maniera adeguata, rendendoci dunque parimenti cause adeguate di tutto ciò che ne dipende e ne è causato». E cosa sono queste nozioni comuni di cui Spinoza si serve per il fondamento della conoscenza adeguata e quindi necessarie alla libertà dell’uomo? Anche qui Sangiacomo è solare: «Le proprietà comuni, sono dunque strutture essenziali che interessano il loro soggetto sia nel suo insieme che in ogni sua parte e possono essere conosciute a prescindere dalla conoscenza della sua essenza specifica» e aggiunge: «[…]per altro, non esistono a prescindere dagli enti di cui sono proprietà – non sono realtà distinte di cui gli enti partecipano in senso platonico».
Il processo di liberazione è un processo lungo che, come dicevamo, non raggiunge mai un traguardo sicuro ma è continuamente rimesso in discussione. Avviare questo processo non significa però fuggire dal mondo delle passioni: «non si tratta di sottrarsi alla rete causale in cui necessariamente siamo inscritti, ma di conoscerla sufficientemente per poterla sfruttare a vantaggio del nostro conatus». Dobbiamo quindi trasformare le nostre passioni in azioni: tanto più si agisce quanto più si è liberi: «Liberarsi coincide insomma con il divenire attivi». Questo è uno dei grandi insegnamenti di Spinoza a cui Sangiacomo ha voluto dedicare il suo libro, libro che vanta alle spalle anche una spessa bibliografia, forse anche troppa, e che si propone l’obbiettivo di rilanciare, oggi, la morale spinoziana. Una morale quanto mai attuale, veicolata attraverso lo stile e la sobrietà del giovane studioso genovese che riesce a riconsegnarci la lettera di Spinoza in tutta la sua grandezza. E verità.
Andrea Sangiacomo
Homo liber. Verso una morale spinoziana
Mimesis, Milano, 2011, ISBN 978-88-5750-855-9
14,00 euro
Homo liber. Verso una morale spinoziana
Mimesis, Milano, 2011, ISBN 978-88-5750-855-9
14,00 euro
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