Il libro dei filosofi morti
Simon Critchley ha scritto Il libro dei filosofi morti, un testo interessante che raccoglie 190 filosofi e ne narra in sintesi sia il pensiero sia, soprattutto, il modo in cui sono morti. Nell’epoca di libri su contro-storie della filosofia questo presenta senza dubbio lo spunto per una riflessione seria sul significato dell’esistenza. Le maniere in cui i filosofi, nel corso della storia, morirono sono innumerevoli e le più strane possibili: dal suicidio alla casualità alla coincidenza di vari fattori ma interessa analizzare come ad esempio morì Aristotele? Oppure interessa sapere se verso la morte avesse avuto un’opinione? Forse quest’ultima domanda è alla base del senso del libro e Critchley è bravo ad esporne le risposte. Un capitolo a parte si rileva con Spinoza (la cui morte, ricordiamo, fu dovuta per tisi e quindi abbastanza semplice nella sua descrizione) poiché l’Autore ricorda egregiamente il suo pensiero e ne traccia un elogio implicito forse superiore a quello dell’intera massa dei restanti, adducendo il fatto che era una tra le poche persone che non avevano paura della morte stessa e anzi verteva le sue riflessioni in maggior modo nei confronti della vita (la celebre frase “l’uomo libero pensa alla morte meno che a qualsiasi altra cosa, e la sua sapienza risulta dal meditare non sulla morte, ma sulla vita”, contenuta nell’Etica, è proverbiale).
Il libro dei filosofi morti, di Simon Critchley
traduzione di F. Conte, Garzanti, pag. 350, 2009, Collana Saggi
ISBN: 8811740959 – ISBN-13: 9788811740957
ISBN: 8811740959 – ISBN-13: 9788811740957
Euro 20,00
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