Spinoza, individuo e moltitudine
A Novembre del 2005 si è tenuto a Bologna un convegno dal titolo “Spinoza: individuo e moltitudine” in cui si è discusso del pensiero politico spinoziano in relazione a questi due termini, senza trascurare gli analoghi potenza e diritto. Non è un caso che moltissimi tra gli intervenuti abbiano trattato del pensiero spinoziano che vede da un lato l’individuo, come essere individuale e immerso nello Stato, e la moltitudine (multitudo) intesa sia come aggregazione di individui sia come gente, popolo. Il tema è interessante per capire meglio come Spinoza vedeva la massa, come la chiameremmo noi oggi e il suo rapporto con il singolo. Da questo convegno l’Editrice “Ponte Vecchio” ha pubblicato gli Atti del convegno (2007) in cui studiosi del calibro di Balibar, Cristofolini, Bostrenghi, Totaro, Negri e moltissimi altri hanno ben evideziato le accezioni in questione. La riflessione di Balibar ad esempio che fa dalla frase potentia multitudinis, quae una veluti menti ducitur contenuta nel Trattato Politico verte su una questione che può sfuggire: il popolo inteso come un’unica mente oppure il popolo guidato da una unica mente, ad esempio quella del sovrano o di chi dovrebbe condurre lo Stato? Così come Cristofolini che analizza, all’interno del lessico spinoziano, l’uso e la funzione dei due termini oggetto del convegno. Gli interventi sono stati numerosissimi e nella maggior parte si può evidenziare che la conclusione di Spinoza giunge alla salvezza e alla pace, salvezza per l’individuo come unità e pace per il popolo, moltitudine. Ci si arriva attraverso la concordia, il dialogo e sicuramente sull’uso dell’intelletto, dalla mediazione della ragione. Sicuramente un libro che chiarisce alcuni aspetti dello Spinoza politico che spesso si fermano alle grandi proposizioni dell’Etica e che verrebbe voglia di approfondire.
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